Il Verismo in bianco e in nero

By venerdì, giugno 07, 2013 , , , , , ,

Autoritratto di Giovanni Verga, 1887
"No, non sono sfuggito al contagio fotografico e vi confesso che questa della camera nera è una mia segreta mania" (Giovanni Verga). 
 Negli anni successivi l'unità nazionale fino al primo decennio del novecento, in Italia si afferma il Verismo, un movimento artistico e letterario che si ispira al Naturalismo francese e al Positivismo. La caratteristica principale di tale corrente letteraria è l'attenzione alla realtà nella dimensione del quotidiano descrivendone ambiente e forme sociali con metodo scientifico senza esprimere alcuna emozione o riflessione personale. I veristi rimangono straordinariamente colpiti dall'arte fotografica. Quelli che raccontano la realtà del mondo, le difficoltà, la durezza della vita degli uomini, la loro battaglia per la sopravvivenza. Insomma, il "mondo degli umili e dei vinti" che l’immagine ottica portava a galla con forza straordinaria e chiarezza assoluta. I nomi di chi ha usato la fotografia per "vedere" e capire sono noti: Zola, Strindberg, poi Jack London e dopo, più tardi, Malaparte (per non fare che un nome), i grandi russi e i grandi tedeschi, gli inglesi e altri francesi. Da noi, solo intorno al 1970 si scopre il lavoro fotografico della "triade di Catania".

Catania era all'avanguardia della cultura in Sicilia, pontificavano Luigi Capuana, Giovanni Verga e Federico De Roberto, i massimi esponenti del Verismo siciliano. Tutti i pomeriggi i tre amici si riunivano verso l'ora del vespro al Caffè e parlavano dei loro autori preferiti: Zola, Flaubert, Balzac. Il Verga chiamò scherzosamente quelle riunioni "I nostri Vespri Siciliani". Al che Luigi Capuana precisò: "Si, ma con questa differenza: noi non ammazziamo alcun francese!".

Verga, autore dei Malavoglia, di Vita dei campi, Novelle rusticane e di Mastro don Gesualdo, ha ripreso con il suo obiettivo tre o quattrocento immagini della sua città, dei contadini, dei campieri, degli amici del Sud e del Nord, delle donne di casa, dei bambini e delle ragazzine, dei servi e dei padroni. Ha messo insieme, cioè, le foto dei personaggi che affollano i suoi libri. Il maestro di fotografia di Verga era stato Luigi Capuana, il riconosciuto caposcuola del Verismo. Ai due si era aggregato anche Federico De Roberto che aveva dato alle stampe un bel libro sulla Valle dell'Alcantara, con fotografie da lui scattate. Capuana, invece, ogni tanto si prometteva di smetterla di impegnare così tanto tempo dietro la macchina fotografica, ma egli non se ne dava per inteso. Aveva addirittura ripreso la madre che stava per morire e poi ancora dopo la fine, rivestita in un bellissimo costume siciliano. E anche Capuana, ovviamente, aveva ripreso le strade di Catania e della sua Mineo. Piuttosto che la perfezione dell'immagine ciò che affascina Verga è di cogliere l'istante, fermare la vita nel suo movimento, e, nella rigidezza fotografica, mantenere l'effetto di quel movimento. Verga invece, pronto a accogliere gli imprevisti delle riprese, gli errori, incarna l'ideale realistico di un Louis Lumière.  In questa prospettiva, Verga, anche se con una tecnica imperfetta - molte sono le sfocature, le "alonature", le inquadrature sbilanciate - è tra i tre il fotografo più avvincente. Le sue foto, sebbene tecnicamente inferiori a quelle di Capuana e De Roberto, sono le più intense, le più intimamente a contatto con il mondo ripreso: lo sguardo di Verga è molto più espressivo, parla.

Con le foto di Verga furono pubblicati diversi libri e la televisione produsse un ottimo documentario. Naturalmente, negli anni, è stato trovato altro materiale, attrezzi da laboratorio, lastre mai utilizzate. Insomma l'ulteriore conferma che tra lo scrittore siciliano, maestro del verismo, e la fotografia, ad un certo momento, c'era stato un rapporto fecondo e intenso. Come era avvenuto in Francia e in altri Paesi europei.  E che, ancora una volta, la fotografia aveva svolto il proprio ruolo di documento del vero e del reale. O almeno di "testimonianza" importante anche sul mondo dei più poveri e dei più miseri.  Verga – ed è un altro suo gran merito – aveva fissato su lastra non solo la gente di famiglia, ma anche quei visi cotti dal sole dei contadini e quei loro occhi pieni di domande e di curiosità. Uno tra i primi a farlo, in Italia e in particolare in Sicilia.

Verga con la madre e alcuni membri della famiglia
Mario Verga con i nipoti
 "Mamma Vanna" ossia Giovanna Verga Catalano zia dello scrittore
Catania 1879: bastimento e barche nel porto
La didascalia originale dice: "Massaro Filippo, un campiere con lo schioppo, insieme a Turi Culedda e un altro contadino. Tebidi (Vizzini)
I coniugi Pisasale al servizio della famiglia Verga, 1897
Tre donne di Vizzini con i costumi di "Cavalleria Rusticana", Giovanni Verga, 1892
Giovanni Verga
Al mercato, Giovanni Verga
Massaia di Tebidi con i due figli, Giovanni Verga, 1897
Contadini di Tebidi, Giovanni Verga, 1892
Giovanna "a Pampinedda", una delle cameriere di casa Verga, ripresa a Tebidi
Mascalucia (Ct), Giovanni Verga, 1892
La didascalia originale di questa foto, tecnicamente sbagliata, è: "Operai a Tebidi (Vizzini)". Verga la scattò nel 1896.
Concetta G., Vanna e Ciccia nella casa di Vizzini, 1892
Antonio Caruso campiere a Tebidi, 1889
Il contadino Turi Minnama, Vizzini, 1892
Concetta G., cameriera dei Verga, Tebidi, 1889
Madre e figlia a Novalucello, Giovanni Verga
Bambina alla finestra di una casa di Novalucello, 1911
Donne di Novalucello, Giovanni Verga
Il porto di Catania, Giovanni Verga, 1897
Lato Sud della Matrice. Vizzini, 3 maggio 1892.
L’avvocato di Verga, S. Paola Verdura, Catania, 1878
Giacosa con la moglie e gli amici, 1893
Eleonora Duse nella parte di "Santuzza"
Donna Lidda Verga fotografata sulla terra dei Verga a Tebidi, 1897
Mario e Lidda Verga a Tebidi., fratello e cognata dello scrittore
La didascalia originale dice: "La partenza di Mario e Lidda Verga da Tebidi", 1896
Fratelli, cognate e due nipotini di Giovanni Verga con le cameriere, 1893

Fonti testi e fotografie: 
• Ritratti di Siciliani illustri | A. Giumento | 1962
• Le Fotostorie | Il Verismo: Verga e la fotografia | Wladimiro Settimelli | 2007
• L'occhio di Verga. La pratica fotografica nel Verismo italiano | Giuliana Minghelli 

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1 commenti

  1. Sono foto straordinarie per il tempo. Grazie mille per averle pubblicate. ;)

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